Questo è il primo Guest Post di una serie di contributi che pubblicheremo per approfondire il mondo dei CoderDojo, con un occhio di riguardo alla realtà italiana. Oggi scrive Giuseppe Tempestini, Champion del nostro CoderDojo Firenze, che ha partecipato ad un coderdojo che si è tenuto questa mattina al Wired Next Fest di Milano.
Oggi è stata una bellissima giornata per tutta la comunità di Coder Dojo Italia. CoderDojo Milano, in collaborazione con Coder Dojo Bologna e Wired hanno avuto il merito di organizzare un bellissimo appuntamento all’interno del Wired Next Fest, dando vita ad una occasione di incontro per decine di mentor provenienti da tutta Italia.
35 bambini, una stupenda location all’interno del museo di storia naturale di Milano, i tanti mentor intervenuti ed un tutorial per Scratch a tema spaziale realizzato dal sempre bravissimo Carmelo Presicce hanno reso l’incontro davvero speciale; una visita a sorpresa ha poi emozionato grandi e piccini, con l’astronauta italiano Luca Parmitano che è passato a visitare il dojo per raccontare le sue esperienze spaziali.
Ma la giornata è stata anche molto di più per tutti i mentor intervenuti. E’ stata un’occasione di confronto, scambio di idee e passioni con la comunità di Coderdojo Italia, un gruppo di appassionati che cresce ogni giorno di più portando nuove menti, nuove professionalità e tante nuove idee per gestire e migliorare i coderdojo d’Italia e del mondo. Personalmente, questa giornata mi ha lasciato una serie di spunti di riflessione:
CoderDojo Italia è qui per restare. In poco più di un anno i CoderDojo sono divenuti in Italia una realtà fatta di oltre 30 gruppi sparsi in altrettante città, con centinaia di incontri già organizzati e migliaia di bambini coinvolti. E’ una realtà basata unicamente su passione, volontariato e voglia di condivisione e conferma quanto in Italia l’associazionismo, il senso comunitario e la voglia di mettersi al servizio del prossimo siano una energia costante su cui si può sempre contare.
L’unico limite è la fantasia: nell’organizzare i coderdojo, l’unico limite per realizzare incontri che catturino l’attenzione dei bambini e riescano a trasmettere con il gioco il funzionamento di un linguaggio di programmazione, di un hardware o di una nuova tecnologia sono la fantasia, la volontà e le competenze degli organizzatori.
Sono rimasto impressionato sentendo parlare dei tutorial realizzati per scrivere una
MOD di Minecraft o dell’incontro con Autodesk per insegnare ai bambini a progettare in 3D (oltre alla loro impeccabile preparazione logistica degli eventi) di Coder Dojo Milano, oppure guardando il robot realizzato da CoderDojoBologna con Arduino ed un cartone del latte (oltre alla loro fantastica esperienza con la cucina molecolare), guardando la mascotte e le animazioni realizzate da CoderDojoParma per avvicinarsi a nuovi partecipanti, o di come non servano grandi città per aprire un nuovo dojo, come nel caso del neonato CoderDojo Sigillo, o ascoltando come CoderDojo Roma abbia portato CoderDojo niente meno che alla Camera dei Deputati. Un esercito di buone idee e tanta passione che hanno avvicinato tanti bambini alle nuove tecnologie e che ancora di più lo faranno in futuro.
L’insegnamento della programmazione sarà sempre più richiesto e necessario. Il numero di genitori che ogni settimana in tutta Italia si mette pazientemente in attesa davanti ad un link EventBrite, aspettando l’esatto momento di apertura delle iscrizioni di un coderdojo è davvero incredibile e mostra un interesse per i nostri incontri in continua crescita. I mentor che organizzano appuntamenti in tutta italia raccontano di genitori desiderosi di poter insegnare ai propri figli un rapporto con l’informatica che vada oltre il pacchetto office imparato a scuola o che sperano che una conoscenza più approfondita dell’argomento possa dare alcune possibilità in più ai propri figli in un periodo dal futuro così incerto come quello che viviamo oggi. A giudicare dall’esperienza dei CoderDojo quindi, la domanda di formazione è in continua crescita e l’esperienza metodologica, organizzativa e pedagogica che i mentor stanno sviluppando nell’avvicinare i più piccoli alla programmazione diverrà sempre più rilevante.
L’obiettivo è sempre più fare sistema. La comunità italiana di coderdojo è una delle più attive di tutto il mondo. Lo scambio continuo di spunti ed esperienze (grazie soprattutto al lavoro di Carmelo ed Agnese, davvero grandi nello stimolare le conversazioni e l’incontro tra più dojo italiani) si sta lentamente confermando l’arma in più su cui i nostri dojo possono contare per aprire nuovi club e superare le difficoltà organizzative o didattiche iniziali. Stimolare e strutturare questo scambio diventa quindi sempre più importante. Ma ancor più, le tante esperienze confermano come lo scambio e la collaborazione con altre realtà no profit locali e nazionali che si occupano di innovazione, tecnologia e didattica possano essere lo strumento in più per alimentare il percorso di crescita dell’insegnamento della programmazione ai più piccoli. Penso ovviamente ai FabLab e ad Impact Hub, senza cui a Firenze non potremmo organizzare nemmeno la metà degli appuntamenti che portiamo a termine, ma anche a realtà come Informatici senza Frontiere o le comunità legate all’open source italiano dei Linux User Group o di Linux Italia. Tutte realtà associazionistiche con cui CoderDojo può scambiare energie e punti di forza verso un obiettivo di sensibilizzazione e formazione comune.
L’importanza di CoderDojo per il futuro. Un incontro come quello di oggi (e la bellissima occasione di brainstorming che c’è stata con alcuni mentor) mi hanno confermato quanto il coderdojo possa rappresentare un punto di riferimento didattico, pedagogico e di contenuti per raccontare quanto possa essere semplice ed utile educare i più piccoli nell’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche; ma soprattutto quanto sia importante mostrare una modalità di apprendimento basata non su demonizzazione del pericolo o del possibile rischio legato agli eccessi, bensì su pro-attive occasioni di scoperta e gioco che avvicinino anche i più piccoli a quella dimensione creativa che si nasconde dietro ogni componente software e hardware con cui ci rapportiamo ogni giorno. Dalla realizzazione di un videogioco, di una app per smartphone o di una pagina web in html sino a java, C++ o ai più complessi esperimenti con Arduino e Raspberry per la realizzazione di robot o computer realizzati con le proprie mani. Tutto contribuisce ad eliminare quel gap di conoscenza tra utilizzo e comprensione di uno strumento che costituisce il principale limite (e pericolo, nel caso di abuso o utilizzo non consapevole) del rapporto che molti hanno oggi con le nuove tecnologie.
Bè, il coderdojo è tutto questo e molto di più. E riesce ad esserlo coinvolgendo migliaia di persone (centinaia di migliaia, negli oltre 400 dojo attivi al momento tutto il mondo) in una realtà del tutto no-profit che non nasconde alcun interesse economico, organizzando incontri che fanno del sorriso, del divertimento e dell’aiuto reciproco tra grandi e piccoli gli unici veri elementi costanti di riconoscimento. In fondo CoderDojo ha una unica regola: Be Cool, e CoderDojo Italia, soprattutto in una giornata come questa, è sempre più davvero Cool.
Giuseppe Tempestini